Mostre: Roma, alle Scuderie del Quirinale Memling e il Rinascimento fiammingo

Mostre: Roma, alle Scuderie del Quirinale Memling e il Rinascimento fiammingo

La mostra che fino al 18 gennaio si potrà visitare alle Scuderie del Quirinale è un vero e proprio evento storico.
La mostra dedicata ad Hans Memling nel 1994 a Bruges, nel cinquecentesimo anniversario della sua morte, avvenuta nel 1494, ebbe il merito di portare all’attenzione del pubblico e della critica questa figura eccezionale dell’arte fiamminga, dando ragione della sua influenza sull’arte italiana e mondiale. Nei vent’anni successivi innumerevoli pubblicazioni hanno esplorato le diverse sfaccettature della sua opera e dei suoi successi e la mostra organizzata nel 2005 (che toccò le città di Bruges, Madrid e New York) dimostrò come questo maestro sia stato uno dei ritrattisti più capaci ed esperti del Rinascimento.
Mai prima d’ora si era fatta una mostra in Italia dedicata a Memling, nonostante nel nostro Paese siano presenti svariati suoi capolavori e nonostante il suo genio abbia influenzato artisti quali Leonardo, Raffaello, Lotto, Ghirlandaio e molti altri, se è vero, come ormai universalmente riconosciuto dagli esperti che perfino il paesaggio alle spalle della Gioconda lo si deve a Memling come racconta Paula Nuttall nel suo saggio in catalogo Memling e la pittura italiana.
Grazie a prestiti eccezionali, spesso pressoché inamovibili per la loro delicatezza e importanza, che generosamente e sulla base del valore del progetto scientifico e della autorevolezza di una sede come le Scuderie del Quirinale di Roma, la mostra che si apre l’11 ottobre, e che rimarrà aperta fino al 18 gennaio 2015, si profila sin da ora come un’occasione unica e irripetibile per il pubblico italiano, gli specialisti e non solo.
Memling. Rinascimento fiammingo” riunirà i capolavori di Memling e non solo, provenienti da raccolte pubbliche e private, tra cui il Groeninge Museum di Bruges, la Royal Collection di Londra, il Museo del Louvre nonché la Frick Collection di New York, la National Gallery of Art di Washington, il Metropolitan Museum di New York, il Museu Nacional de Arte Antiga di Lisbona e il Koninklijk Museum voor Schone Kunsten di Anversa.
Più di tutti i suoi contemporanei, Memling divenne il pittore preferito della diaspora italiana a Bruges, traendo grande vantaggio dalla reputazione della precedente generazione di fiamminghi, in particolare Jan van Eyc, Rogier van der Weyden e Petrus Christus. Fin dall’inizio della sua attività indipendente come pittore di tavole, Memling riuscì a creare una sintesi dei notevoli risultati di quei maestri, già tenuti nella più alta considerazione dalla nobiltà italiana e dalle élite urbane.
Durante tutto il XV secolo, l’Italia e le Fiandre strinsero solidi legami economici e finanziari collegando i due Paesi mediante una sorta di bretella ideale sulla quale transitarono uomini e mezzi da un capolinea all’altro dell’Europa, con Bruges e Gand al nord e Firenze e Genova al sud.
Furono strade percorse da funzionari del Banco dei Medici (appartenenti alle famiglie Tani, Portinari e Baroncelli) e segnate dal transito di manufatti pregiati: tessuti, arazzi, gioielli, libri miniati, dipinti e sculture. La ricca borghesia commissionava ritratti e opere di destinazione ecclesiale esattamente come fino ad allora aveva fatto solo l’aristocrazia. Opere che arrivarono in Italia e tanta parte ebbero nel cambiare l’arte italiana. » red
12 ottobre 2014



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