20 sigarette

20 sigarette osannato a Venezia, tratto dall’omonimo libro, è liberamente ispirato da quanto effettivamente accaduto nella strage di Nassirya del novembre 2003. Aureliano Amidei (Vinicio Marchioni) è un anarchico, pacifista, fancazzista, i genitori sono due ex figli dei fiori benestanti. Studia da attore e sogna di fare il regista. Sta giusto organizzando, con il suo collettivo, una manifestazione contro la guerra in Iraq quando lo stralunato regista Stefano Rolla (un ottimo Giorgio Colangeli), amico di famiglia, gli propone di andare in Iraq per girare un film. Comincia a vendere un pezzo d’anima: rinuncia alle sue battaglie e parte con l’esercito per raccontare la missione di pace dei militari italiani. Giunto a Nassirya si accorge subito che la realtà è diversa da come la immaginava. La situazione è meno tranquilla di come la raccontano in Occidente. I militari non sono poi così cattivi. La guerra è tutt’altro che finita e gli iracheni non sono per forza i buoni: hanno tanti motivi per non esserlo, dal momento che gli manca l’acqua, la luce tante altre cose. La liberazione non li ha resi esattamente felici. Mentre Amidei fa dei sopralluoghi con Stefano Olla si ritrova coinvolto nell’attentato kamikaze alla caserma dei carabinieri che provocherà una strage. Lui si salva miracolosamente, è l’unico sopravvissuto. Muore il regista e tutti i militari di cui in quelle poche ore trascorse in Iraq era diventato amico. L’esplosione è tremenda, il suo corpo è dilaniato, carbonizzato, il piede in frantumi, ferito, bruciato, sanguinante. Viene riportato in Italia e si ritrova fiondato nel circo mediatico del dopo strage. Giornalisti, militari e politici affollano incessantemente la sua stanza all’ospedale militare.
Amidei è stato in Iraq il tempo di fumare 20 sigarette. Il tempo di un pacchetto di sigarette, poco ma quanto basta per far maturare il personaggio, la perdita dell’innocenza. Ma non è l’unico a perdere l’innocenza, con quell’esplosione va in aria l’innocenza di tutti gli italiani che credevano ancora alla favola del militare italiano buono amato dagli indigeni. Il film racconta con estrema crudezza e realismo un fatto che ha segnato profondamente la storia più recente. L’attore non brilla per la sua interpretazione e la regia lascia un po’ a desiderare. Aver svelato una parte di verità su quanto accaduto, ed averlo fatto così crudamente ne fanno un film da vedere assolutamente. Da non perdere, soprattutto per chi la guerra in Iraq è stata soltanto una notizia come un’altra, ingurgitata guardando i Tg all’ora di pranzo.
Sito ufficiale

Leave A Response »