Mettete il Pachino nel vostro panino!

Verrebbe da dire “quanto casino per un panino!”, citando uno dei più grossi creativi italiani di tutti i tempi, che qualche anno addietro si occupò della Mc Donald’s. Ma stavolta la storia sembra diventare seria. Da diversi giorni, la pubblicità di un nuovo panino made in Italy firmato McDonald’s è sui principali quotidiani e sui muri delle principali città. Il Mc Italy: pane all’olio extravergine d’oliva dei Monti Iblei, Asiago, crema di carciofi italiani.
Fin qui nulla di eccezionale se la campagna pubblicitaria della multinazionale del fast food non fosse patrocinata dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. Un’iniziativa che oltre ad apparire di dubbia opportunità fa sorgere anche qualche incertezza sulle reali finalità.
A noi, che siamo “ideologicamente prevenuti”, sembra un’abile mossa di marketing dell’azienda e del candidato governatore del Veneto, che è anche ministro dell’Agricoltura.
La polemica da un paio di giorni occupa le pagine di Repubblica.
Il ministro Zaia e Carlin Petrini, fondatore di Slow food, fanno riferimento ai rispettivi “boccaloni”. Il Guardian grida alla “bancarotta morale del governo di Silvio Berlusconi”.
Zaia si è lasciato andare in un virtuosismo contro il “Carlin Furioso” colpevole di vedere tutto attraverso un pregiudizio ideologico e che vede l’iniziativa ispirata da una “destra globalista, capitalista e magari un po’ razzista”. Petrini ricorda a Zaia “l’immagine di Che Guevara sulle magliette: stinta dal tempo, ma sempre buona per i boccaloni”.
Forse si sta esagerando. Noi che vediamo la questione a testa in giù non possiamo far a meno di notare che gli “italianissimi” prodotti sbandierati da Zaia e da Mc Donald’s sono quasi tutti prodotti a nord di Roma ladrona: Parmiggiano Reggiano Dop, lo Speck dell’Alto Adige, le mele, l’Asiago, la Bresaola della Valtellina.
Prima di affidare il prestigiosissimo brand Italia, con tanto di tricolore, a qualche multinazionale forse bisognerebbe assicurarsi che l’Italia sia rappresentata tutta: dalle Alpi a Pachino.

Ha ragione Petrini quando dice che “l’identità gustativa italiana non esiste perché ci sono centinaia, migliaia di identità italiane diverse”, a voler essere approssimativi, per difetto, diciamo che ne esistono un paio per città. Un paese di Guelfi e Ghibellini si è sempre diviso, soprattutto in cucina e a tavola. E allora ognuno di noi avrebbe la sua personalissima ricetta sugli ingredienti del Mc Italy. Forse il Ministro avrebbe potuto lanciare un sondaggio, oppure proporre un Mc Italy diverso per ogni città. Noi che abbiamo un punto di vista molto isolato e molto isolano, ci permettiamo di notare che c’è poca Sicilia in Mc Donald’s, a parte l’extravergine del panino all’olio di oliva.

Caro Ministro, perché non c’è il pomodorino di Pachino? “Mettete il Pachino nel vostro panino!” dovrebbe dire così a Mc Donald’s. Un contratto da diverse tonnellate con la Mc Donald’s avrebbe fatto comodo al comparto dell’agricoltura protetta della Sicilia meridionale, strozzata dalle continue crisi di mercato, provocate dal mercato oligarchico governato dalla grande distribuzione.
Perché da Mc Donald’s non ci sono le spremute di arance rosse? Un po’ di vitamina C nell’happy meal, offerto a tanti bambini, non farebbe male. Un preziosissimo chilo di arance rosse, al momento sul mercato all’ingrosso vale pochi centesimi, che non sono sufficienti a ripagare neanche il costo della raccolta. Se Mc Donlad’s ne comprasse anche solo qualche tonnellata al giorno, a 50 centesimi al chilo, che sarebbe la metà del prezzo che i supermercati offrono a qualsiasi consumatore, consentirebbe al settore agrumicolo siciliano di superare la crisi che sta attraversando.
A noi, che apparteniamo ad una – come direbbe Zaia – “minoranza colta, abbiente, consapevole” -poco abbienti a dire il vero – sembrerebbe naturale che la crema di carciofi Italiani del Mc Italy fosse fatta con il carciofo spinello di Licata, vero tesoro agricolo dell’Isola e che, senza che il Ministro ne sappia niente, rischia di sparire. Il solo pensare che con il Mc Italy “le nuove generazioni possano così avere una memoria gustativa d’impronta italiana” fatta da un carciofo che non sia lo spinello di Licata, a noi fa orrore. Ma noi siamo minoranza insignificante. I giovani siciliani, o peggio licatesi, potrebbero non assaggiare mai un prodotto tipico della loro terra e pensare che il sapore del carciofo sia quello offerto da Mc Italy e non quello profumatissimo e inimitabile dello spinello… No, speriamo che questo non accada mai!
Lo spinello rischia di sparire, la grande distribuzione non sa che farsene di un prodotto tanto scontroso. Ci permettiamo di avanzare una proposta ardita. Che la crema di carciofo del Mc Italy sia realizzata con lo spinello di Licata, che Mc Donald’s si impegni a comprare ad un prezzo adeguato, che sia rispettoso della grande qualità del prodotto e della grande fatica di chi lo produce. Ci guadagnerebbe il Ministro che fugherebbe ogni dubbio sul fatto che il patrocinio al Mc Italy sia stata solo una trovata di marketing per la sua elezione a Governatore del Veneto. Ci guadagnerebbe la Mc Donald’s che si potrebbe fregiare del grande merito di aver salvato dall’estinzione, e di aver fatto conoscere in tutta Italia, un prodotto di grande pregio. Ci guadagnerebbero gli agricoltori licatesi, ed infine ci guadagnerebbero i clienti di Mc Donald’s che potrebbero gustare un carciofo, finalmente!

Leave A Response »